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Edoardo Mangiarotti, l’atleta italiano più titolato alle Olimpiadi

Nessuno schermidore nella Storia ha vinto più medaglie di Edoardo Mangiarotti: nel corso di cinque edizioni dei Giochi olimpici, tra il 1936 e il 1960, ha accumulato 13 medaglie, 6 delle quali d’oro, nella spada e nel fioretto, diventando così l’olimpionico italiano di maggior successo. Ai campionati mondiali vinse anche 26 medaglie, di cui addirittura 14 d’oro.

Geni della scherma

Nato vicino Milano, a Renate, nell’aprile 1919, Mangiarotti è cresciuto in una nota famiglia di schermidori. Suo padre Giuseppe, maestro di scherma, fu 17 volte campione nazionale di spada e rappresentò l’Italia ai Giochi olimpici di Londra del 1908. Come Edoardo, anche i suoi due fratelli Mario e Dario seguirono le orme del padre, e anche quest’ultimo continuò a godere di una carriera schermistica di successo, vincendo 3 medaglie olimpiche e 9 mondiali. Giuseppe ha incoraggiato tutti i suoi figli a padroneggiare varie attività sportive tra cui il nuoto, la corsa e il ciclismo, e ha parallelamente spronato Edoardo a fare uso del suo braccio sinistro, quello debole, per permettergli di sorprendere i suoi avversari.

Tre decenni al top

Scelto per rappresentare l’Italia ai Giochi di Berlino del 1936, Mangiarotti vince il suo primo oro olimpico nella spada a squadre a soli 17 anni. Dopo la Seconda guerra mondiale, riprese la sua carriera schermistica e presto sviluppò la tattica che sarebbe diventata il suo marchio di fabbrica: lanciare attacchi rapidi per segnare punti all’inizio della gara, prima di passare a una strategia difensiva e proteggere, così, il suo vantaggio. A Londra 1948 vinse due medaglie d’argento, una nel fioretto individuale e una nella spada a squadre, oltre a un bronzo nella spada individuale. Quattro anni dopo a Helsinki ottenne il suo primo oro individuale, nella spada, e poi ripeté l’impresa nella competizione a squadre. Mangiarotti aiutò l’Italia a rivendicare l’oro nel fioretto a squadre a Melbourne 1956, e poi un altro oro a squadre nella spada a Roma 1960. In entrambe le sue ultime edizioni dei Giochi, fu scelto per portare la bandiera della delegazione italiana alla cerimonia di apertura. Lontano dall’arena olimpica, tra il 1937 e il 1958, vinse 14 titoli mondiali nel fioretto e nella spada, assicurandosi il secondo o terzo posto sul podio in altre 12 occasioni.

Una vita al servizio della scherma

Dopo il ritiro dalle competizioni avvenuto nel 1961, Mangiarotti assunse un ruolo di primo piano nella Federazione Italiana Scherma. Successivamente ha ricoperto il ruolo di Segretario Generale della Federazione Internazionale di Scherma, divenendone anche Presidente della Commissione Disciplinare. Regolarmente invitato ai Giochi olimpici, a Pechino 2008, all’età di 89 anni, gli fu chiesto per quanto tempo avesse intenzione di continuare a ricoprire quel ruolo, e la sua risposta fu: “Finché sono vivo”. Proprio Pechino fu la sua ultima edizione dei Giochi, poiché morì il 25 maggio 2012, pochi mesi prima dell’edizione di Londra.

Nella leggenda

In Italia non abbiamo nessuno che si avvicini ai numeri di Michael Phelps alle Olimpiadi – 28 medaglie, di cui 23 d’oro – ma d’altra parte nessun paese ha qualcuno che si avvicini a Phelps. Abbiamo avuto però Edoardo Mangiarotti, il quinto atleta con più medaglie (13) nella storia dei Giochi, nonché unico italiano a essere arrivato in doppia cifra. Dietro di lui, Valentina Vezzali e Giulio Gaudini si sono fermati entrambi a quota 9 medaglie: anche loro le hanno vinte tutte nella scherma, la disciplina che nella storia delle Olimpiadi ha portato 130 medaglie all’Italia.

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