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Mamme e campionesse dello sport, come si fa?

Come riescono le sportive più affermate a conciliare la maternità con la professione?

Quando la nascita di un figlio non impedisce alle sportive più famose di rimanere competitive, anzi…

Non ci viene in mente un termine migliore: la nascita di un figlio è una benedizione. Ma questa considerazione vale anche per le sportive di successo?  Certamente sì: un figlio non può mai essere un ostacolo a una carriera sportiva, semmai il contrario: la felicità per essere divenute mamme è lo sprone che aiuta le professioniste più famose a dare quel qualcosa in più per essere ricordate negli anni a venire. D’altronde le campionesse per rimanere tali hanno bisogno di sentirsi bene, e cosa c’è di meglio di diventare mamme?

Chi sono quindi le sportive che sono riuscite a coniugare i ruoli di madre e atleta? Tra i nomi illustri che possiamo farvi c’è sicuramente quello di Serena Williams che nel 2018 è divenuta mamma di Alexis Olympia e che quest’anno ha conquistato il torneo di Auckland. Che dire invece di Marit Bjørgen, regina di tutti gli sport della neve che ha conquistato il settimo e l’ottavo oro a cinque cerchi da mamma di Marius? Fidatevi non sono due casi isolati: prendete per esempio la pallavolista Serena Ortolani, madre di Gaia, che a ottobre dell’anno scorso ha vinto l’argento ai Mondiali in Giappone. Fare la mamma insomma risulta premiante e in più fortifica lo spirito di quella professionista che prima di ritirarsi è ancora più agguerrita perché sa che nonostante tutto può sempre toccare il cielo con un dito.

Mamme e regine dello sport: chissà quale segreto nascondono!

Non sappiamo quale sia il segreto per essere mamme e al tempo stesso professioniste dello sport in grado di competere ai massimi livelli anche dopo la gravidanza, eppure deve esistere per forza una ricetta (vincente) che noi purtroppo ignoriamo: diversamente non riusciremmo a comprendere come la super tennista Serena Williams dopo il 2018, anno in cui ha concepito Alexis Olympia, è riuscita nel 2020 a vincereil torneo di Auckland – 73esimo titolo in carriera per lei. E non è certo l’unica professionista ad aver fatto la differenza anche dopo la maternità: prendete il caso della fiorettista oro olimpico a Londra 2012 Elisa Di Francisca che dopo due anni dalla maternità è tornata a disputare gare internazionali vincendone alcune. Quali? A noi viene in mente la prima tappa di Coppa del Mondo di fioretto ad Algeri, momento per noi sportivamente esaltante. E Mara Navarria dove la mettiamo? A 5 mesi dalla nascita di Samuele, l’italiana campionessa di spada ha conquistato la sesta posizione nel ranking nel corso dei Mondiali di Budapest del 2013 e nel 2018 l’oro ai Mondiali di Wixi in Cina. Non male per un’atleta che come le sue colleghe ha saputo ottimamente conciliare il suo essere campionessa al suo essere mamma. Se ciò che vi stiamo raccontando fa parte del presente o al massimo del recente passato, proviamo dunque, insieme, a tornare indietro negli anni, e precisamente nel 1948, ai tempi di Fanny Blankers Koen, ribattezzata la mamma volante. Quest’atleta, all’età di 30 anni già madre di due figli, vinse ai Giochi olimpici di Londra quattro medaglie d’oro nell’atletica leggera (100 e 200 piani, 80 ostacoli e staffetta 4×100).
Se già alla fine degli anni ’40 era possibile essere mamme e campionesse, perché non oggi?

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