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Una leggenda nella storia del calcio: Ronaldinho

Uno dei giocatori che più ha fatto sognare gli appassionati di tutto il mondo

Ronaldo de Assis Moreira, conosciuto da tutti come Ronaldinho, nasce a Porto Alegre il 21 marzo del 1980 da una famiglia di umili origini, figlio di Dona Miguelina Elòi Assis dos Santos, negoziante con un diploma da infermiera, e di João de Assis Moreira, operaio in un cantiere navale ed ex calciatore di una squadra della città. Il padre muore di infarto quando Ronaldinho è solo un bambino di 8 anni, e così il fratello maggiore Roberto de Assis, diventato in seguito il suo procuratore, si prende carico dell’intera famiglia.

Ben presto, in molti iniziano a notare le abilità fuori dalla norma del piccolo Ronaldinho. Di ruolo centrocampista o attaccante, presto il “Gaucho” comincia a conquistare il mondo del calcio grazie alla sua immensa classe applicata al rettangolo verde, e diventando così l’emblema del “futbol bailado”.

Nel 2002 è campione del mondo con la nazionale brasiliana e, in seguito, vince due edizioni del FIFA World Player of the Year (2004 e 2005). In concomitanza con il secondo riconoscimento, nel 2005 vince anche il Pallone d’Oro precedendo Lampard e Gerrard.

Nella sua fantastica carriera, Ronaldinho si è aggiudicato numerosi titoli nazionali e internazionali sia in Europa che in America del Sud: due campionati spagnoli, due Supercoppe di Spagna e una Champions League con il Barcellona, una Coppa Libertadores e una Recopa Sudamericana con l’Atletico Mineiro.

Ronaldinho è l’allegria fatta persona, o meglio è il fuoriclasse con il sorriso: così amava giocare e proprio in quel modo trasmetteva felicità a un pubblico che non poteva fare a meno di sognare attraverso le sue gesta. Ecco, Ronaldinho era benvoluto da tutti, e su questo nessuno può affermare il contrario.

Il 19 novembre 2005 andava in scena una delle sue partite che più sono rimaste impresse nella memoria collettiva. Era un frizzante sabato sera a Madrid, e un Santiago Bernabeu tutto esaurito ospitava il match – attesissimo – tra padroni di casa e Barcellona. Successe qualcosa di unico, magico, impensabile: un singolo giocatore rubò la scena agli altri 21 scesi in campo. I tifosi, increduli, si alzarono in piedi mentre uno dei più grandi portieri di tutti i tempi, Iker Casillas, scrollava le spalle, impotente di fronte al genio di un mago di origine brasiliana.

Migliaia di tifosi del Real Madrid, quella sera, applaudirono le gesta meravigliose di Ronaldinho, autore di una doppietta mozzafiato e di tante altre giocate che raramente vediamo su un campo di calcio.

Quella prestazione rimane uno dei momenti più celebrati nella storia del calcio: il giorno in cui un giocatore del Barcellona portò il Bernabeu ai propri piedi.

Ladies and Gentlemen, Ronaldinho.

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