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È morto Diego Armando Maradona, la leggenda del calcio

Diego Armando Maradona è morto all’età di 60 anni dopo un arresto cardiorespiratorio nella sua casa di San Andrés, nella cittadina di Tigre in Argentina. Diverse sono state le ambulanze che prontamente intervenute sul posto nella mattinata di mercoledì 25 novembre hanno provato a soccorrere la leggenda del calcio, tuttavia senza riuscirvi. Appena qualche settimana fa, Maradona era stato ricoverato in ospedale per un ematoma subdurale.

A darne conto per primo è stato Clarin, il più importante quotidiano argentino e tra i giornali più diffusi del Sud America. La tragica notizia si è così sparsa in pochissimi minuti in tutto il mondo, arrivando praticamente ovunque. Dolore e commozione per la perdita di quello che con Pelé sarà per sempre ricordato come il più grande calciatore di tutti i tempi.

Chi era Maradona.

Fantasista, centrocampista offensivo, attaccante, regista basso: chiamatelo come volete ma Diego Armando Maradona ha rappresentato per anni il prototipo perfetto del moderno “10” (“diez” è stato, infatti, uno dei suoi soprannomi). Tenace come pochi, Diego aveva la capacità di effettuare dribbling in spazi strettissimi e di creare qualcosa dal nulla per sé e per i suoi compagni di squadra; Maradona inoltre è stato protagonista in ciascun club in cui ha militato, in Argentina (all’Argentinos Juniors, al Boca Juniors e al Newell’s Old Boys), in Spagna (Barcellona e Siviglia), in Italia (al Napoli) e soprattutto con selección argentina con cui ha vinto la Coppa del Mondo nel 1986.

Napoli e Maradona.

Maradona resterà per sempre uno dei giocatori più iconici di tutti i tempi, così come il suo nome, indubbiamente, sarà legato eternamente a quello della città di Napoli, la società che lo ha adottato nel 1984 e lo ha eletto a indiscusso re. Con gli azzurri, Diego ha vinto due scudetti (1987 e 1990), una Coppa Italia e una Coppa UEFA (1990), portando il nome del capoluogo partenopeo ai vertici del calcio mondiale.

La mano de dios ed il gol del secolo.

Il Maradona calciatore ha avuto il merito di cambiare la visione del gioco del calcio in quella che oggi tutti conosciamo. I più grandi campioni dell’era moderna si sono ispirati a lui, dal connazionale Lionel Messi a Cristiano Ronaldo. Memorabile è stata la sua partita contro l’Inghilterra ai Mondiali del 1986 quando, ai quarti del torneo, Maradona raggiunse probabilmente l’apice della sua sfolgorante carriera, segnando i due gol che consentirono alla selezione argentina di superare il turno, il primo, passato alla storia come “la mano de dios” (quando beffò l’arbitro e l’incredulo portiere inglese Peter Shilton colpendo col pugno il pallone) e, quattro minuti più tardi, il “gol del secolo”,un’autentica opera d’arte sportiva, giustamente descritta come il più bel gol della storia della Coppa del Mondo.

Il lato oscuro del Diez.

Come tutti i più discussi campioni dello sport, anche Maradona è stato considerato per anni una figura eccentrica e controversa, dentro e fuori il rettangolo verde. Il fuoriclasse argentino ha dovuto fare i conti anche con la dipendenza dalla cocaina e dall’alcol. Sospeso per due volte quando era giocatore, la prima volta nel 1991 per positività alla cocaina e la seconda volta ai Mondiali negli Stati Uniti nel 1994 per efedrina. Dopo aver appeso le scarpe al chiodo Maradona subì un eccessivo aumento di peso, fattore che cominciò a minare sin da subito la sua già precaria salute, fino alla sua scomparsa, avvenuta a poche settimane dalla fine del 2020, un vero e proprio annus horribilis per lo sport in generale dopo che, lo scorso gennaio, una fatalità si era portata via anche la stella della pallacanestro Kobe Bryant.

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