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Campioni dello sport: l’ascesa e la caduta (e la ripresa) di Conor McGregor

L’icona irlandese si è eretto a simbolo della lotta della classe operaia

Conor McGregor è considerato uno dei combattenti più dominanti della storia dell’UFC e non solo per il grande impatto mediatico che negli anni ha riscosso il suo personaggio. All’interno della più grande e famosa organizzazione di incontri e tornei di arti marziali miste (MMA), McGregor in poco tempo ha saputo attirare l’attenzione di tutti, diventando una superstar di questo sport emergente. Le sue battaglie dentro l’ottagono recintato sono state le più viste di sempre in tv, la sua vittoria in 13 secondi contro Jose Aldo ad oggi è ancora quella più veloce mai registrata su un ring dell’UFC. I suoi sono numeri da primato, eppure, la sua carriera sportiva non è stata sempre contrassegnata da successi e vittorie. Anzi.

McGregor arriva dall’Irlanda. Cresciuto in una famiglia operaia della periferia di Dublino, The Notorious si è fatto strada nella vita come apprendista idraulico nel sobborgo di Crumlin, proprio lì dove coltivava segretamente il sogno di diventare un calciatore del Manchester United. Ma, come spesso accade, i sogni sono destinati a fare i conti con la realtà. Ed è stato così che McGregor, tra una rissa e un’altra, ha cominciato ad allenarsi presso il Crumlin Boxing Club dove avrebbe incontrato il suo allenatore ormai di lunga data, John Kavanagh.

McGregor andava forte, anche contro avversari più grossi ed esperti. Arrivò la decisione di lasciare il lavoro e di concentrarsi esclusivamente sulla lotta e sulla palestra. Inizia così l’ascesa dell’apprendista idraulico diventato re dell’ottagono nel giro di pochi anni. A 20 anni sale per la prima volta a Londra sul ring vincendo contro Gary Morris in due riprese. La rabbia e la foga dell’irlandese attirano l’attenzione degli scout dell’UFC che subito lo scritturano per una serie di incontri con la federazione di arti marziali miste più famosa al mondo.

Nell’aprile del 2013 arriva il debutto in UFC contro Marcus Brimage (vittoria per KO al primo turno). Solo una settimana prima di quel combattimento, McGregor aveva ricevuto un assegno di circa 180 euro come sussidio di disoccupazione: quella sera, grazie alla vittoria contro Brimage, l’irlandese si portò a casa oltre 60mila dollari.

Da lì in poi sarebbero arrivate altre vittorie, due cinture conquistate, il record per il KO più veloce e la prima scioccante sconfitta contro Nate Diaz nel 2016. Ciò nonostante, nel giro di pochi anni, McGregor era riuscito a diventare il più pagato tra i combattenti dell’UFC, arrivando a guadagnare qualcosa come 22 milioni di dollari all’anno ed entrando di diritto nella classifica dei 100 sportivi più pagati al mondo.

Sempre nel 2016, pochi mesi dopo la sua prima sconfitta in UFC, ecco l’occasione di rifarsi contro Diaz: l’incontro finisce in un bagno di sangue e alla fine è l’irlandese a spuntarla ai punti, al termine del quinto e conclusivo round.

Siamo ai giorni nostri. Dopo la doppia sfida contro Diaz, McGregor combatte e vince contro Eddie Alvarez per la cintura dei pesi leggeri UFC. È di nuovo sulla cresta dell’onda. Tutti vogliono un pezzo dell’irlandese che invece decide di darsi al pugilato per sfidare, in un memorabile match a Las Vegas, la leggenda della boxe Floyd Mayweather. Il match conquista i titoli dei giornali sportivi per mesi e frantuma ogni record di incassi per un incontro in pay-per-view. Per la cronaca, McGregor esce sconfitto per KO soltanto alla decima ripresa ma si porta a casa una borsa da ben 100 milioni di dollari.

McGregor è diventato ormai una celebrità a livello mondiale. Di giorno fa colazione con il presidente russo Vladimir Putin ed il pomeriggio è in tribuna d’onore a vedere la finale della Coppa del Mondo. Ma il richiamo del ring è troppo forte e così nell’autunno del 2018, l’ex idraulico di Dublino decide di ritornare a combattere e di riconquistare la cintura dei pesi leggeri, intanto andata vacante. McGregor si trova così a duellare contro il russo Khabib Nurmagomedov. Prima di quella epica battaglia, l’irlandese si prende (di nuovo) le prime pagine di tutti i giornali per aver assalito con la sua gang l’entourage di Nurmagomedov la sera prima del match. Di qui l’arresto, il rilascio su cauzione e, quindi, il giorno della battaglia dentro l’ottagono contro il russo che domina un McGregor spaesato ed impaurito come non mai (vittoria per sottomissione).

L’irlandese è stanco e decide di ritirarsi nuovamente dai combattimenti. Almeno fino ad inizio anno quando è tornato a salire sul ring battendo Donald Cerrone per KO dopo appena 40 secondi. The Notorious è tornato.

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